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La Fine Del Cammino
Tricia Ross


Appassionati da una storia d'amore moderna, la storia di tre sorelle alla ricerca del proprio destino. Amore, passioni, ostacoli e sofferenze per raggiungere infine la felicitГ .

Violetta è una giovane donna di  successo, non tanto nella vita privata  quanto nel suo professionale, in quanto si è creata da sola un codice di comportamento in base al quale sarà lei a dominare il sesso maschile, da cui non verrà più ferita. O almeno, così crede. La sorella Vera, a differenza di Violetta, è una persona dolce e sensibile, che attende da tempo l'uomo dei suoi sogni. Questo suo modo di essere la espone al ridicolo da parte delle sue colleghe, e quando un giorno una di loro annuncia il suo prossimo matrimonio, Vera sente che la sua strada è a un bivio. Vittoria, infine, la maggiore delle tre, è convinta di essere riuscita ormai a pianificare la propria vita. Avendo ormai un buon lavoro, un marito che ama e una  bella casa, l'unica cosa che le manca per essere davvero felice è un figlio. Ma le cose si complicano quando scopre che suo marito non la pensa come lei...







LA FINE DEL CAMMINO

TRICIA ROSS


Titolo: La fine del cammino

В©2017, Patricia FontanГ© (Tricia Ross)

Illustrazioni di copertina: Tricia Ross

1ВЄ Edizione, Giugno 2017

2ВЄ Edizione, Settembre 2020

ASBN: B072NBSJY6

www.triciaross.es (http://triciarossoficial.wixsite.com/triciaross)

@pa_triciaross

Tutti i diritti riservati tramite licenza: Creative Commons Attribution 4.0

NВє di registro Safe Creative: 2009105300648



Titolo: La fine del Cammino

В©2020, Patricia FontanГ© (Tricia Ross)

Traduzione: Patrizia Barrera


A Laura, Eva e Ana, radici di questa storia.




INDICE


CAPITOLO UNO. Strada Tracciata (#ulink_f3819024-d6f6-5930-9268-d2de4257c059)

CAPITOLO DUE. Autostoppista dell’ Inferno

CAPITOLO TRE. Futuro Incognito (#ulink_15501703-7eb9-5584-9a05-cfb05d7eab48)

CAPITOLO QUATTRO. Cammini incrociati (#ulink_c6de4b81-6a15-5d64-9947-973e32e76391)

CAPITOLO CINQUE. Sabbie mobili (#ulink_d87b277d-ef08-5bd6-ab34-436eb5f96549)

CAPITOLO SEI. Strada pericolosa (#ulink_a9eaf3a3-080c-59b2-8946-067634c090ba)

CAPITOLO SETTE. Passeggiata tra le nuvole (#ulink_23201c64-60ea-5f43-b443-e3a2c0b3c390)

CAPITOLO OTTO. Scala per il Paradiso (#ulink_766b9588-1dd0-5cc1-88d5-21aa84e8a831)

CAPITOLO NOVE. Orme di altri passi (#ulink_2368eff6-a884-5080-a5ff-503ca0fbe9a8)

CAPITOLO DIECI. Punto di non ritorno. (#ulink_62715149-0c99-5f0f-a265-6282bbe4e70f)

CAPITOLO UNDICI. Sentieri nascosti (#ulink_fb9808b9-2801-52ed-9e53-24dc056ce6e2)

CAPITOLO DODICI. Fine del cammino. (#ulink_fa468d05-4ca3-52c2-b477-c377955df395)

UN ANNO DOPO (#ulink_e3df17e5-b30e-5049-9fb7-db72ba96485d)

Ringraziamenti




CAPITOLO UNO. Strada tracciata


VIOLETA



L'appartamento ГЁ buio e vuoto, Lucas deve essere uscito. Forse per bere qualcosa con uno di quegli uomini piacenti che gli ronzano sempre attorno. Г€ possibile che non tornerГ  fino all'alba perchГ© a Lucas non piace portarsi i suoi amici a casa, comunque preferisco muovermi nei miei spazi.

Chiudo la porta dietro di me e guardo il mio compagno. La sua figura muscolosa è disegnata nella luce fioca dei lampioni che filtra dalla strada attraverso la finestra del soggiorno. È alto e snello, il tipo che va in palestra. L'ho conosciuto tramite il sito di incontri LoveBox a cui sono iscritta da quasi un anno. Ricordo il giorno in cui Lucas mi ha spinto a farlo. Non avevo rapporti con nessun uomo da molto tempo - tranne Lucas - dopo una rottura traumatica che mi aveva sgretolato l’autostima e la voglia di vivere. Pensavo che non avrei mai più fatto sesso ... Sulle prime, una pagina per i contatti mi apparve come una soluzione disperata, ma la verità era che ero disperata, quindi accettai. Non mi ci è voluto molto per iniziare a fare conoscenze, incontrare estranei nei bar e bere qualcosa con loro mentre chiacchieravo nervosamente. Non la percepivo come una cosa piacevole, inoltre, come avrei potuto trovare qualcuno solo lontanamente interessante a quel modo?

Infatti, mi sono subito convinta che cercare l'amore in quegli appuntamenti squallidi non fosse la soluzione, visto che dopo ognuno di essi tornavo a casa piГ№ delusa e depressa di prima.

Nonostante l'insicurezza che ormai mi attanagliava, un giorno decisi di smetterla di fare tanto la difficile. Invitai uno di quegli uomini a casa, perchГ© tanto non avevo niente da perdere ... Da allora quasi una dozzina di uomini sono entrati nel mio letto e, sebbene nessuno di loro si sia rivelato il Principe Azzurro, non mi interessa. La mia autostima ГЁ piГ№ che recuperata e questo mi rende felice. Non solo ГЁ cambiato il mio umore, ГЁ cambiato anche il mio modo di pensare. Non cerco piГ№ un partner stabile perchГ© ho capito che le relazioni serie sono state quelle che in passato mi hanno distrutta e che alla fine sono state le avventure a salvarmi. Per me questo ГЁ il modo migliore per essere felice. Baciare i rospi ГЁ il mio genere.

Toni, è così che si chiama il mio appuntamento di stasera, si sta girando verso di me. Capisco che sta per baciarmi, quindi lascio la mia borsa sul mobile d’ingresso e mi preparo. Siamo venuti qui per questo.

Per un attimo mi chiedo come sarГ : gentile e affettuoso? Selvaggio e aggressivo? Lo scoprirГІ presto.

Toni si lancia verso di me come un lupo affamato, intrappolando la mia bocca in un bacio che non è affatto dolce. Capisco che non sarà romantico o tenero e il mio corpo risponde con un piacevole calore che mi corre dalla testa ai piedi. Sì, sarà sesso violento.

Difficilmente mi riconosco in momenti come questo. Se la Violeta degli anni del college alzasse la testa, sarebbe sorpresa di vedere la donna che sono diventata. Una donna adulta, consapevole della propria sessualitГ , che risponde ai baci avidi di un uomo che non conosce e per il quale non prova altro che la pura attrazione fisica. Quella giovane Violeta che credeva nell'amore, che pensava che un bacio non fosse davvero tale se non ci fossero anche dei sentimenti, rimarrebbe di sasso vedendomi divorare freneticamente le labbra di Toni.

Con un movimento rapido mi afferra, mi spinge ad avvinghiarmi con le gambe intorno alla sua vita e posa le mani sui miei glutei per impedirmi di cadere a terra e allo stesso tempo per toccare la mia carne senza alcuna traccia di pudore.

"La camera da letto - mormoro con il respiro affannoso mentre mi fa scivolare la sua lingua calda in gola – È là…"

Toni mi accompagna in camera mia e apre la porta con un calcio secco. DГ  una rapida occhiata alla stanza, trova il letto matrimoniale e mi ci butta sopra quasi con strafottenza. Poi, guardandomi malizioso, inizia a togliersi la camicia. Mi chiedo se dovrei fare lo stesso o se magari preferirebbe spogliarmi lui, ma la veritГ  ГЁ che gli strati di stoffa che mi sento addosso mi danno quasi fastidio.

Con un balzo mi metto in ginocchio sul letto e mi tolgo la camicetta, scoprendo un reggiseno di pizzo nero scelto appositamente per l'occasione.

Non avevo mai indossato lingerie sexy prima, nemmeno quando uscivo con qualcuno, ma Lucas ha insistito perchГ© comprassi un paio di completi.

L'indumento ha effetto immediato, gli occhi di Toni sprizzano scintille e, senza preavviso, si getta sul mio dГ©colletГ© afferrandomi il seno con le mani. Le sue dita un po' ruvide penetrano sotto le delicate coppe di stoffa e tirano verso il basso, scoprendo la parte alta e facendo rizzare i miei capezzoli per il fresco della stanza. I suoi pollici iniziano a massaggiarmi, mentre il suo respiro caldo si allarga sulla pelle tenera della mia clavicola.

Con i sensi eccitatati, mi avvicino a lui e carezzo la sua schiena muscolosa e le nervature dei suoi bicipiti duri fino ad aggrovigliare le dita nei suoi capelli castani, mentre lui inizia a stuzzicare i miei capezzoli eccitati con la lingua e con i denti. PiГ№ in basso, tra le mie gambe, si spandono i miei umori e sento le mutandine bagnarsi. Devo assolutamente toglierle.

Spingo via Toni e lo allontano dai miei seni. Lui fa un’espressione contrariata.

Con un sorriso malizioso, mi siedo e mi sbottono la gonna con deliberata lentezza, mentre lui mi guarda morbosamente. Adoro questi attimi di dominio, conscia di avere davanti a me un uomo eccitato che farГ  tutto ciГІ che gli imporrГІ per lasciarlo libero di toccarmi. Г€ una cosa tremendamente gratificante.

Alla fine mi tolgo il resto dei vestiti che ancora coprono il mio corpo e allungo le braccia verso di lui. La pazienza che ha dimostrato fino a poc’anzi svanisce all'improvviso e lui mi si avventa addosso, facendomi cadere all'indietro sul letto. Il modo in cui segue le mie curve con le sue mani ha qualcosa di animalesco, Toni ringhia e lecca la mia pelle che brucia di desiderio.

Sfacciata, raggiungo il rigonfiamento dei suoi pantaloni e lo massaggio con vigore. Un ringhio nuovo e più profondo mi dice che gli piace il mio assalto spudorato e così inizia a sbottonarsi i calzoni.

Sembra che questa volta non mi posso lamentare, ho incontrato uomini di ogni tipo e devo ammettere che le misure sono importanti. E Toni ГЁ abbastanza ben dotato.

La mia audace esplorazione raggiunge finalmente la pelle setosa del suo membro e comincio ad accarezzarlo. All'improvviso, lui si alza e si toglie i pantaloni, permettendomi una visione privilegiata del suo corpo. Il suo petto e l'addome lisci, appena coperti dai peli, i fianchi stretti sensualmente modellati e la sua erezione, alta e imponente tra le sue cosce muscolose.

Una nuova ondata di calore m’invade il ventre e gli faccio un gesto per raggiungermi sotto le lenzuola, e lui obbedisce e mi bacia con passione. Riprendo ad accarezzarlo, impugnando bene il suo membro con la mano mentre lui fa scivolare la sua sul mio inguine. Le sue dita si fanno strada attraverso i miei radi peli pubici e verso il mio sesso. Sobbalzo, quando sento il suo dito anulare penetrarmi avidamente. Per un attimo impreco in silenzio, sperando che Toni non sia uno di quegli uomini completamente all’oscuro di quali siano le vere zone erogene del corpo femminile. Il suo dito inizia a muoversi dentro di me, diffondendo i miei umori in ogni angolo recondito. È bello, ma non posso fare a meno di pensare che il punto a cui dovrebbe arrivare per eccitarmi davvero è in realtà qualche millimetro più su.

Decido di non dire nulla per il momento e di lasciarlo fare mentre la mia mano, aggrappata alla sua erezione, si muove su e giГ№. Consapevole della mia abilitГ , faccio scorrere delicatamente il pollice sul suo glande, facendolo gemere di nuovo e spingendolo a muovere i fianchi contro la mia mano.

"Come sei brava." mi sussurra all'orecchio.

Vorrei potergli dire lo stesso ma il suo dito implacabile continua a spingersi dentro di me senza trovare il punto giusto. Gli faccio una proposta.

"Che ne dici di fare un po’ di sesso orale?" gli sussurro, e lui sorride.

Sollevata, mi preparo e ...

E d’improvviso sento che mi sta spingendo la testa verso il suo basso ventre, dolcemente ma anche con decisione. Incredibile! Non è che non mi piaccia farlo, ma questa è una cosa che in genere si fa in due.

Mi arrendo e mi abbasso verso di lui. Coprendomi i denti, spingo il suo membro turgido nella mia bocca e inizio a succhiare. Lui mi aggroviglia le mani tra i capelli e, sebbene non mi faccia male, non mi piace che cerchi di dirigere lui i miei movimenti, quindi giro la testa e lui mi lascia andare. Continuo.

Con un sussulto, spinge i suoi fianchi contro di me e poi sento il familiare sapore salato che mi fa capire che non c’è più molto che Toni possa fare. Mi arrabbio. Mi auguro che non si aspetti che me lo faccia venire in bocca senza aver nemmeno iniziato a godermi la festa. Mi fermo per farglielo capire quando, di botto, mi afferra per la vita e con un rapido movimento mi spinge all’indietro. Me lo trovo improvvisamente sopra di me, tra le mie cosce.

"Voglio mangiarti tutta." mormora, e la sua lingua scivola lentamente sulla mia vagina, dal basso verso l'alto, e comincia a leccarmi.

Hallelujah! Toni non ГЁ molto abile con le dita, ma ha una lingua magica che fa scorrere su tutto il mio sesso stimolando finalmente il mio punto G, penetrandomi con abilitГ  e raggiungendo angoli che mi fanno rabbrividire con ondate devastanti di sensazioni indescrivibili. Non riesco a trattenermi dal muovermi e dimenare i fianchi verso la sua bocca. Le sue mani mi stringono i seni, afferrando e pizzicando i capezzoli martoriati.

"Oh, mio Dio!" Gemo, mentre un’altra leccata mi catapulta sull'orlo dell'orgasmo.

Allora Toni si alza e io soffoco una protesta, ma un rapido sguardo alla sua faccia mi fa capire che ГЁ giГ  pronto per la fase successiva.

"Hai…?" Inizia a chiedermi.

Capisco che allude ai preservativi e annuisco, indicandogli il comodino.

"Nel cassetto ..." rispondo senza fiato.

In realtГ , uso la pillola anticoncezionale, ma in situazioni come questa la gravidanza non ГЁ l'unica cosa da evitare, quindi tengo sempre dei preservativi a portata di mano.

Con gesti goffi e impazienti Toni tira fuori un pacchetto argentato e lo lacera per aprirlo, e poi s’infila la guaina scivolosa di lattice sul suo cazzo, così turgido che sembra stia per esplodere.

Con gesti eccitati afferra una delle mie cosce e se l’appoggia sul suo avambraccio poderoso. Con un solo movimento mi entra per metà in vagina e io mi inarco contro di lui, aprendomi in modo da aiutarlo a penetrarmi completamente con una seconda spinta, che mi scava completamente nella mia carne vogliosa.

Rapita dalla sua penetrazione, lancio un gemito che lui soffoca rapidamente con la sua bocca. I suoi denti catturano il mio labbro inferiore mentre si tira indietro solo un po' e spinge di nuovo, stimolando nuovamente il piacere verso l’orgasmo precedentemente negato.

Toni continua a muoversi ritmicamente, respirando lieve, baciandomi, e i nostri respiri si mescolano.

Ad una spinta particolarmente profonda sento traboccare dal ventre tutte le sensazioni che vi si erano accumulate, ed ecco che l’orgasmo mi pervade in onde intense che dalla vagina mi arrivano fino alla punta delle mani e dei piedi, facendosi largo per ogni angolo recondito del mio corpo.

Gemo, mentre affondo nel piacere, e inchiodo le unghie nella schiena snella di Toni, che, dopo altre due spinte, viene anche lui con un rantolo rauco.

I suoi ottanta chili di peso crollano su di me, ma non mi fanno male. Sento il battito del suo cuore accelerato quanto il mio, e le palpitazioni del suo membro ancora dentro di me che, lentamente, svaniscono. Alla fine lui si rotola su un fianco e sospira.

"Sei una dea!" esclama.

Le sue parole alimentano il mio ego, anche se so che ciГІ che si dice in questi momenti ГЁ offuscato dalla terribile droga del sesso. Ma mi fa piacere, e quindi mi volto verso di lui per elargirgli la ricompensa che si ГЁ guadagnato.

"Sei stato fantastico! - dico, senza mentire – Se ti va, puoi restare a dormire qui. "

In realtГ , li lascio sempre dormire, mi sembra giusto visto che poi non li chiamo mai piГ№.

"Va bene. - risponde, baciandomi sulle labbra - Allora resto."

"Ottimo!"

Sfodero il mio sorriso piГ№ adorabile e faccio scorrere un dito dal suo sterno verso tutti i muscoli dell'addome, e fino alla linea di peli che delimitano il suo inguine.

"Forse potremmo rifarlo, prima di andare a dormire. " sussurro.

Lui fa una risatina e mi tocca un seno con la sua mano calda.

"D’accordo." risponde.



***



La luce del mattino che filtra attraverso le tende della finestra della mia camera da letto mi arriva direttamente sugli occhi e mi sveglia. Sbatto le palpebre, cercando di scrollarmi di dosso un sogno che, sebbene non ricordo bene, mi ha lasciato una sensazione spiacevole.

Mi siedo sul letto e sbadiglio rumorosamente mentre mi stiro. Non c'è nessuno al mio fianco e questo rende piacevole il mio risveglio. Sul comodino qualcuno ha lasciato un biglietto scritto con una grafia infelice. «Una serata meravigliosa, spero di ripeterla presto. Ti lascio il mio numero» c’è scritto. Sotto quelle righe c'è un numero di telefono e la firma di Toni.

Prendo il biglietto, lo appallottolo e provo a lanciarlo nel cestino sotto la scrivania. Ci riesco.

Mi alzo e infilo i piedi nudi in morbide pantofole, mentre mi guardo allo specchio appeso alla parete accanto all'armadio a due ante. I miei capelli sono arruffati e i miei occhi sono scuri per il trucco che non ho lavato via, ieri sera. Sono nuda e ho freddo, quindi prendo le mutandine e la vestaglia dall'armadio e me le infilo.

Esco di nuovo dalla mia stanza sbadigliando e mi dirigo in bagno, dove elimino ciГІ che resta del trucco sotto gli occhi, le tracce di rossetto e di fard. Poi mi raccolgo i capelli e vado in cucina a prepararmi un bel caffГЁ. PiГ№ tardi mi farГІ una doccia.

Proprio mentre mi siedo su uno degli sgabelli del bancone che divide l’angolo cucina dalla zona soggiorno-pranzo del mio appartamento, la porta d'ingresso si apre e Lucas fa la sua comparsa. Sembra che non abbia dormito tutta la notte.

"Ciao bella! - mi saluta – Fai colazione da sola, oggi?"

"Se n'è andato prima, - rispondo mentre sorseggio un confortante caffè caldo – era un bravo ragazzo."

"Ti sei divertita"?

"Non posso lamentarmi. – rispondo - E tu?"

"Tutto ok!"

Io e Lucas non abbiamo bisogno di parlare molto, per capirci. Ci scambiamo un sorriso malizioso e ci facciamo una risatina, poi lui mi dice che se ne andrГ  a dormire e io resto sola, seduta all'American bar, a bere il mio delizioso caffГЁ.

Lucas ed io siamo amici intimi sin dal liceo. Eravamo così inseparabili che ci siamo perfino laureati nella stessa materia, dopo aver finito il liceo, Comunicazione Audiovisiva. Sia la mia famiglia che la sua credevano che saremmo diventati una coppia, ma Lucas ha sempre saputo che era gay e non io ho mai provato alcun tipo di interesse per lui come uomo, nonostante fosse bello come nessun altro. Quando il mio cuore si è spezzato per la prima volta, lui era lì; anche alla seconda e alla terza, e perfino all’ultima, lui c’era. È stato lui che mi ha appoggiato quando ho deciso di lasciare la casa dei miei genitori, e che è venuto a vivere con me quando il mio ex ragazzo se n'è andato, lasciandomi nei guai ...

Lucas ГЁ l'unico uomo della mia vita che voglio tenere al mio fianco, l'unico rapporto profondo che voglio avere con qualcuno del sesso opposto.

Con questi pensieri nella testa finisco il mio caffГЁ e mi dirigo alla doccia. Ma, mentre mi avvio, noto una lucina lampeggiante sul telefono, che ГЁ sul tavolo accanto al divano. Mi avvicino e premo il pulsante per ascoltare i messaggi in segreteria.

"Ciao Violeta, tesoro! – mi dice una voce maschile che non riconosco - Sono Pedro. Come stai? Mi chiedevo se ti va un drink sabato pomeriggio, o anche domenica. Mi sono divertito molto l'altra sera e vorrei rivederti. Comunque ... chiamami."

Senza esitare, cancello il messaggio dalla segreteria telefonica. Ricordo Pedro, ci siamo visti la settimana scorsa. Anche Pedro era attraente, come Toni, ma troppo egoista a letto. Avevo giГ  deciso di non rivederlo, e non ho cambiato idea.

Con calma vado in bagno, apro l’acqua della doccia e aspetto che diventi calda mentre mi spoglio. Ho ancora un paio d'ore per fare una lunga doccia tonificante prima di andare, come faccio quasi ogni domenica, a mangiare a casa dei miei genitori. Ormai è diventata quasi un’abitudine.

Il rapporto con la mia famiglia d’origine è difficile da descrivere. Quando ero adolescente andavo d'accordo con mia sorella maggiore, Victoria, che a quel tempo mi sembrava noiosa e arrogante. Adesso però posso dire che ci comprendiamo abbastanza, anche se il nostro modo di essere resta incompatibile, come l’olio e l’acqua. Al contrario, con l'altra mia sorella, Vera, che è più giovane di me, sono sempre andata molto d'accordo. Da bambine eravamo entrambe sognatrici, timide e romantiche. Io sono cambiata, mentre lei è rimasta sempre la stessa; comunque, continuiamo a capirci.

Quanto ai miei genitori… La mia opinione è che hanno sempre preteso troppo da me. Mia madre adora Victoria perché è proprio come lei, forte e indipendente; mio padre, dal canto suo, ha scelto Vera come pupilla per via del suo carattere dolce e riservato. So che mi vogliono bene entrambi, ma quando ci sono tre figlie per due genitori inevitabilmente una rimane fuori, e in questo caso quella sono io.

Quando sono andata via di casa per convivere con il mio ragazzo ero ancora troppo giovane, e così ho litigato molto con loro e con Victoria. Capisco che mi consideravano impulsiva, folle e poco assennata, ma io ho sempre voluto decidere da sola per la mia vita, e fare i miei errori, ed è questo che loro non hanno mai compreso.

Per fortuna, quando il mio ex se n'ГЁ andato lasciandomi col cuore spezzato, i litigi sono finiti e i miei, a modo loro, mi sono stati vicini. Non sono tornata a vivere in famiglia grazie a Lucas e ne sono felice. Altrimenti la situazione poteva non essere come lo ГЁ adesso, sopportabile.

Con questi ricordi agrodolci nella testa, esco dalla doccia e mi avvolgo nell'accappatoio. Mi piacerebbe ascoltare della musica, mentre mi vesto e mi preparo, ma Lucas dormirà già, quindi cerco di muovermi in silenzio. Poco dopo esco dalla porta. C’è una mezz’ora di autobus, da casa mia a quella dei miei genitori, quindi mi accendo l’ iPod, pronta a godermi il viaggio e la musica.


VICTORIA



Un minuto. Ecco quanto devo aspettare per scoprire se questo mese sono finalmente riuscita a rimanere incinta. Appoggio il lungo aggeggio bianco sul lavandino di marmo e mi siedo sul water, mentre aspetto.

Carlos è andato con il suo migliore amico, Javier, a un barbecue di campagna. Ultimamente progetta delle uscite con lui e con gli altri suoi amici, soprattutto la domenica. Credo che si senta un po’ in ansia, come me. E anche frustrato.

Sono mesi che cerchiamo di diventare genitori e, non so perchГ©, non ci siamo ancora riusciti. Il dottore dice che sembra che vada tutto bene ma non posso fare a meno di pensare che probabilmente ГЁ colpa mia. Non sono piГ№ tanto giovane e, a 35 anni, queste cose iniziano a complicarsi.

Il minuto ГЁ trascorso e il Predictor segna NEGATIVO.

Ripongo lo strumento nella sua scatola e lo butto nella spazzatura, mentre cerco di controllare le lacrime, ma non ci riesco e scoppio a piangere come una bambina. Mi sfogo per qualche minuto e alla fine, quando smetto di singhiozzare, la mia immagine mi guarda dallo specchio e si asciuga le lacrime. Se non mi muovo farГІ tardi a pranzo, con i miei genitori e le sorelle.

Salgo in macchina e metto in moto, guidando per le strade affollate della città fino alla casa dei miei genitori, dove sono cresciuta e che ho lasciato sette anni fa quando ho sposato Carlos. A quel tempo io e lui eravamo giovani e le nostre vite e il nostro futuro lavorativo non erano ancora stabili. Sapevamo di amarci e di voler stare insieme, ma non era ancora il momento di essere genitori. Ora finalmente ho un lavoro che funziona e che è costato a me e mio marito un mucchio di impegno e dedizione. Troppo, per poterci occupare anche di un bambino. Carlos, dal canto suo, l’anno scorso ha finalmente ottenuto la tanto attesa promozione in banca. È un momento perfetto per la nostra vita ma, chissà perché, il nostro più grande desiderio ci viene negato, mese dopo mese.

Parcheggio proprio sotto casa dei miei genitori: in questo quartiere c'è sempre posto perché è residenziale, con piccoli negozi e strade ampie dove tutti i condomini hanno il proprio posto privato, lasciando così parcheggi liberi in strada ai visitatori.

Spengo il motore e, dopo un'ultima occhiata al mio aspetto, scendo.

La mamma mi accoglie sulla porta con un ampio sorriso, e l'aria profuma del buonissimo pollo arrosto che sicuramente sta per essere tolto in forno.

"Ciao cara." mi saluta, e io l’abbraccio con affetto.

Per me quella donna dalle guance rosee, la figura tonda e il sorriso affettuoso è sempre stata il pilastro su cui mi sono appoggiata, lo specchio in cui ho voluto guardarmi e il mio riferimento per diventare un giorno madre anch’io.

Le rispondo con un sorriso triste, che non mi arriva agli occhi.

"Cosa c'ГЁ che non va, tesoro? - mi domanda, anche se indovina giГ  la risposta prima ancora che io risponda. - Negativo? Di nuovo?"

Faccio di sì con la testa.

Entriamo insieme in casa e la mamma chiude la porta. In soggiorno ci sono mio padre e Vera, la mia sorellina, che se ne stanno seduti sul divano a guardare il telegiornale. Li saluto con un bacio sulla guancia. Mio padre, che non è mai stato un tipo perspicace, non si accorge del mio infelice stato d'animo, ma Vera sì, e mi punta addosso gli occhi azzurri con sguardo compassionevole.

"Non preoccuparti, prima o poi accadrГ ." mi dice.

Non rispondo. So che lei conosce queste cose piГ№ di chiunque altro, ГЁ infermiera e lavora proprio nel reparto maternitГ  e neonatologia presso l'ospedale universitario della cittГ . Malgrado ciГІ, non riesco a credere alle sue parole. Forse perchГ© ГЁ la mia sorellina.

"Dov'ГЁ Violeta?" domando.

"E’ in ritardo, come al solito." risponde mia madre dalla cucina.

Il cibo è pronto, la tavola è apparecchiata e tutti aspettiamo con impazienza che la mia stupida sorella faccia finalmente la sua comparsa per iniziare a mangiare. Certo… Violeta è così, una donna leggera e, a volte, anche un po’ egoista.

Pochi minuti dopo suona il campanello del citofono che annuncia l'arrivo di Violeta. Ci sediamo tutti a tavola e iniziamo a mangiare. La mamma serve il vino a papГ  e ci riempie i piatti di insalata, buonissima.

"Carlos non ГЁ venuto?" mi chiede Violeta.

"Г€ andato a un barbecue." le rispondo.

"Beh, avresti potuto andare con lui – dice – Hai bisogno di staccare la spina e prenderti una pausa.".

So che lo dice con affetto, in quel suo strano e bizzarro modo di dimostrarlo, ma oggi non sono dell'umore giusto per interpretare senza acredine le sue parole.

"Certo ... sei un esperta in queste cose." rispondo.

"Che vuoi dire? "

"Niente. "

"FarГІ finta di non aver sentito - esclama, riempiendosi il bicchiere di vino - so che chi sta parlando ГЁ la tua sindrome premestruale."

Faccio per rispondere, ma papГ  mi ferma.

"Smettetela, ragazze - dice, con calma - Violeta, non stuzzicare tua sorella."

Lei impreca sottovoce, ma non parla piГ№. Qualche attimo di silenzio e mio padre ricomincia a parlare.

"Vera, come va il lavoro?" domanda.

La cocca di casa posa la forchetta nel piatto con gesto compunto. Le guance le si fanno rosse. Г€ assurdo quanto la mia introversa sorellina sia timida anche con la sua famiglia.

"Tutto ok, papà – risponde, con quella sua voce dolce e melodiosa - il prematuro nato la settimana scorsa continua a migliorare."

"Povera creatura! – esclama la mamma – È incredibile quanto sia progredita la medicina. Qualche anno fa un bambino del genere non sarebbe sopravvissuto".

"Г€ vero."

"La sua mamma non sta nella pelle dalla gioia." continua Vera.

"Ci credo!" risponde mia madre.

Questo genere di conversazione mi dГ  sui nervi.

"Potremmo parlare di qualcos'altro, per favore?" le interrompo.

"Oh! Certo, tesoro! - dice la mamma – Scusa.

Violeta fa uno strano rumore mentre beve e mi viene la voglia di risponderle per le rime, ma mi trattengo. È meglio ignorarla, quando diventa così odiosa.

Dopo un altro silenzio imbarazzato, i nostri genitori iniziano a parlarci del viaggio che hanno programmato per la settimana prossima, in occasione del loro anniversario. Visiteranno le isole greche e così per fortuna, la conversazione si fa più distesa e interessante. Il resto della giornata trascorre senza problemi e, dopo aver preso una fetta di torta e un caffè, Violeta ci dice che se ne va. Decido di tornare a casa anch’io. Magari Carlos è già lì, e sarebbe bello cenare insieme e farci un po’ di coccole, prima di andare a dormire.



***



È martedì e questo è l'ultimo appuntamento programmato di oggi. Di fronte a me, sulle poltrone del mio ufficio, siede una coppia di mezza età che ha difficoltà a superare la sindrome del nido vuoto.

Hanno tre figli. La donna, casalinga tipica che ha dedicato tutta la sua vita alla casa e ai figli, non riesce ad accettare la nuova fase della sua vita. L'uomo, da parte sua, in pensione anticipata, ha difficoltГ  ad adattarsi al fatto che non dovrГ  piГ№ alzarsi ogni mattina per recarsi al lavoro. Erano decenni da quando i due non si trovavano soli in casa, e ciГІ li ha trascinati a litigare e a farsi dispetti di continuo...

"Per oggi abbiamo finito - Dico loro, cercando di non far trasparire la mia noia - Non dimenticate quello che ci siamo detti la volta scorsa: trovatevi un hobby che piaccia ad entrambi e scoprirete che ГЁ bello trascorrere il tempo insieme. Ci vediamo la settimana prossima."

I due mi ringraziano per il tempo che gli ho dedicato e lasciano il mio ufficio in silenzio. Dovrei aggiornare la mia relazione sui risultati di quest’ultimo appuntamento…ma in verità mi scoccio di farlo. Lo farò domani ...

Raccolgo le mie cose e mi preparo per tornare a casa. Forse oggi potrò finalmente passare del tempo con Carlos, visto che domenica è tornato così tardi che io mi ero già addormentata sul divano, e in questi ultimi due giorni lui è stato molto impegnato col lavoro. Abbiamo avuto a malapena il tempo di scambiare qualche parola, ma ho tanto bisogno di starmene un po’ con lui. Credo sia arrivato il momento di fare quella fecondazione assistita.

"Ci vediamo domani, Sole!" saluto la mia collega, mentre sto per andarmene.

"Aspetta, Victoria! - mi ferma lei, proprio sulla soglia - Domani alle cinque hai un nuovo appuntamento."

Sole ГЁ una donna di qualche anno piГ№ grande di me, separata e con un figlio quasi adolescente che sta praticamente sempre con l'ex marito. La sua vita si riduce a questa attivitГ  che gestiamo insieme e alla sua passione per il fitness. Ama andare in palestra e infatti viene sempre al lavoro con la sua borsa da palestra pronta...

"Va bene." sospiro.

"Ti lascio un promemoria sulla tua scrivania, ricordati di leggerlo prima di ricevere il nuovo cliente. "

Faccio un cenno col capo ed esco.

Quando, poco dopo, entro in casa, mi rendo subito conto che Carlos ГЁ tornato ed ГЁ uscito di nuovo. Ultimamente trascorre molto tempo al lavoro e torna tardi a casa. Lascio le mie cose in camera da letto e mi cambio il vestito, per stare piГ№ comoda. Decido di preparare una succulenta cena casalinga, di sicuro gradirГ  mangiare qualcosa di piГ№ elaborato, una volta tanto...

Mi do da fare in cucina per quasi un’ora. Il risultato è una minestra dall’odore delizioso e un pesce al forno davvero appetitoso.

Soddisfatta, mi verso un bicchiere di vino bianco e aspetto seduta al tavolo della cucina. Sono giГ  le nove e mezza, si sta facendo tardi. Che fine ha fatto Carlos?

Dieci minuti dopo sento la chiave nella serratura e finalmente lui appare sulla soglia della cucina. Mi saluta dalla porta, sembra stanco.

"Hai preparato la cena." dice.

"Pensavo che avremmo potuto farci una bella cenetta, e chiacchierare un po’." rispondo.

Mi alzo e vado da lui, gli poso un piccolo bacio sulle labbra, ma lui si scosta quasi subito.

"Scusa, ma prima voglio farmi una doccia, tesoro." si giustifica.

"Va bene, ma sbrigati che la cena si raffredda."

Carlos va in bagno e io continuo ad aspettare con il mio bicchiere di vino quasi vuoto. In quel momento il suo cellulare squilla dalla tasca della giacca, che è appesa all’attaccapanni dell’ingresso. Vado a prenderlo, forse si tratta di una comunicazione di lavoro, ma non appena lo trovo smette di suonare. Chiamata persa.

Appoggio il telefono sul tavolo della cucina e, dopo neanche un minuto, ecco che squilla di nuovo. Questa volta si tratta di un messaggio di testo. Sullo schermo appare la scritta: "AuroraUfficio". Mi innervosisco, qualcosa dentro di me mi urla di guardare quel messaggio, anche se so che non ГЁ una bella cosa spiare. Tuttavia, sento che devo ... Allungo la mano e apro il messaggio premendo con il pollice. Leggo.

В«Non dobbiamo piГ№ farlo, so che sei sposato ed ГЁ sbagliato. Meglio lasciare le cose come stanno.В»


VERA



«Le mani forti di Lord Gavin si strinsero intorno alla vita sottile di Sofia, che si sentì sia spaventata che eccitata dalla violenta aggressione. La sua terribile timidezza e l’incredibile inesperienza la scuotevano, con la potente attrazione che le labbra di quell’uomo esercitavano su di lei. Moriva dalla voglia di scoprire se il suo sapore sarebbe stato dolce come nei suoi sogni, e non dovette aspettare troppo a lungo per scoprirlo. Lord Gavin si chinò su di lei e intrappolò la sua morbida bocca in un bacio devastante che accese in lei il desiderio, come se fosse un incantesimo. Tra le siepi del giardino della Contessa, la giovane debuttante e il più famoso farabutto dei Lord, soggiacque alla passione. Una passione che era nata nello stesso momento in cui i loro occhi si erano incrociati per la prima volta nella sala da ballo...»

Sospiro, chiudo il libro e lo rimetto nella borsa che pende dalla sedia su cui sono seduta, nella sala relax delle infermiere. Nonostante sia forse l'ennesimo libro di questo genere che leggo, non mi stanco mai di amori cortesi, di storie piene di romanticismo e passione che vivo attraverso le parole scritte. Anche perchГ© ГЁ l'unico modo in cui riesco a viverle.

Con le farfalle che ancora mi svolazzano nello stomaco finisco di mangiare il panino che ho preparato questa mattina a casa. Quando ho il turno di guardia non ho tempo per tornare a mangiare, anche se il piccolo monolocale in cui vivo è a venti minuti a piedi dall'ospedale. Di solito non succede mai niente, ma non si può prevedere quando ci sarà un'emergenza che richieda l’aiuto di un'infermiera, quindi è meglio che resto in sala relax e continuo a leggere.

In quel momento, mentre sto dando un’occhiata a ciò che è avanzato della mia colazione, sento un fragore di voci e di risate che dal corridoio raggiunge la stanza in cui mi trovo. Saranno le mie colleghe che si scambiano gli ultimi pettegolezzi. Non è che non abbia un buon rapporto con loro, ma in genere non mi fanno partecipe delle loro chiacchiere, perché hanno capito che tanto non m’interessano e che di solito passo il periodo di pausa con la testa tra le pagine dei miei libri. Però stamane sembrano un po’ troppo eccitate, e questo stuzzica la mia curiosità.

"Che succede?" chiedo, anche se la mia voce è così bassa che sono costretta a schiarirmi la gola e ripetere la mia domanda quasi gridando.

"Ah! Non lo sai? – mi risponde Laura, una donna sulla quarantina con i capelli rosso mogano che si dipinge le labbra con una matita troppo scura per i miei gusti – Si tratta di Sara. La nostra Sara si sposa!"

Sara fa un sorriso a trentadue denti e mi si avvicina. Mi porge una busta dorata con dentro un invito al suo matrimonio. Lei ГЁ un po' piГ№ grande di me, probabilmente ГЁ sulla trentina, ma ГЁ venuta a lavorare in ospedale nello stesso periodo in cui ci sono venuta io. Mi ГЁ sempre stata simpatica, anche se non abbiamo mai parlato tanto, e ignoravo che le piacessi al punto da invitarmi al suo matrimonio.

"Mi farebbe molto piacere se venissi, Vera. - mi dice - Dopotutto, passo così tanto tempo qui che ormai tutti i miei colleghi sono diventati degli amici."

"Grazie Sara, - rispondo, sinceramente grata - ГЁ molto gentile da parte tua."

"A proposito – aggiunge - puoi portare un compagno. Voglio che sia una festa in grande stile! "

Abbiamo trascorso il resto della nostra pausa discutendo dei preparativi per l'evento e parlando del futuro marito di Sara, il dottor Sierra, uno dei migliori chirurghi dell'ospedale e forse del paese. È evidente che sono due persone così dedite al lavoro che non hanno molta vita sociale, al di fuori di queste mura, quindi questo evento coinvolgerà praticamente tutto l’ospedale. In quel momento, una delle guardie di sicurezza mette la testa dentro la stanza e si rivolge direttamente a me.

"Vera, il dottor Navas vuole che gli porti non so quale analisi." mi dice dalla porta.

La mia pausa ГЁ terminata da cinque minuti, quindi lascio le mie compagne, che continuano a parlare dell'imminente e affollatissimo matrimonio di Sara, e mi dirigo verso il laboratorio per ritirare i risultati delle analisi che ha richiesto il ginecologo.

Non mi piace andare nei laboratori perchГ© il responsabile, Roberto, ГЁ un uomo sulla quarantina a cui, per qualche strana alchimia, io piaccio. Forse qualsiasi altra donna ne sarebbe lusingata, anche se il corteggiatore in questione non ГЁ per niente attraente, ma io non solo non gradisco le sue attenzioni ma mi sento anche molto a disagio. In generale, mi sento sempre in difficoltГ , quando devo avere a che fare con i maschi, ma quando cercano di corteggiarmi ГЁ anche peggio. Per fortuna non succede spesso.

A malincuore prendo l'ascensore fino al piano dove si trovano i laboratori. Odio anche gli ascensori, ma almeno quelli dell'ospedale sono belli ampi.

Prima di entrare nella segreteria del laboratorio lancio un’occhiata in giro. Non vedo il responsabile da nessuna parte e tiro un sospiro di sollievo, però ho bisogno che qualcuno mi consegni le analisi e quindi aspetto qualche minuto finché, purtroppo, appare Roberto.

Un ampio sorriso illumina il suo brutto viso. Ha i denti giallastri e il suo naso ГЁ troppo grande per risultare equilibrato con tutto il resto. Г€ alto, ma ГЁ anche grosso e sembra stia pure ingrassando.

"Buongiorno, cosa posso fare per te oggi, dolcezza?" mi chiede.

"Ho bisogno dei risultati delle analisi di Navas."

"Sì, subito."

Lentamente si mette il camice bianco che pende da un attaccapanni e inizia a cercare le analisi che gli ho chiesto. Speravo che lo facesse rapidamente e in silenzio, ma oggi sono sfortunata.

"Hai sentito del matrimonio tra il dottor Sierra e Sara? - mi chiede, mentre fruga tra le carte. – Ci divertiremo un sacco e possiamo anche portarci un partner. Non so quanta gente ci sarà, se oltre ai colleghi ognuno si presenterà accompagnato. Tu hai qualcuno con cui andare? "

"Non saprei…" rispondo, pregando che non mi faccia la domanda che so che mi sta per fare.

"Se non hai un accompagnatore, potremmo andare insieme."

"Beh…"

Non so cosa rispondere, come faccio a rifiutare senza offenderlo? Non voglio essere scortese, ma la veritГ  ГЁ che preferirei andare da sola, o anche non andare affatto, ma di certo non presentarmi con lui. Vorrei non dover rispondere, ma ГЁ evidente che lui si aspetta che dica qualcosa, quindi tiro fuori la prima cosa che mi viene in mente."

"Mi dispiace, ma c’è qualcuno che mi accompagna."

"Oh, okay - risponde un po’ deluso, anche se non smette di sorridermi con i suoi denti gialli. – Comunque, se cambiassi idea…"

"Certo. "

Alla fine mi porge le analisi e io mi precipito fuori. Finalmente in ascensore, tiro un sospiro di sollievo. Pericolo scampato! L’ascensore si ferma al reparto di ginecologia e ostetricia e io sto per dirigermi verso l'ufficio del dottor Navas, quando qualcosa mi fa quasi inciampare.

Mi scontro con un ragazzo, alto e robusto, e le cartelle con i fogli mi cadono di mano e si sparpagliano sul pavimento. Prima ancora di vedere in chi mi sono imbattuta mi chino per raccoglierli, perchГ© sarebbe un disastro se ne perdessi anche solo uno.

Poi delle mani grandi si uniscono alle mie nella ricerca e non posso fare a meno di alzare lo sguardo, proprio mentre dei meravigliosi occhi azzurri incrociano i miei. Di fronte a me c'ГЁ un ragazzo, indubbiamente bello, con un viso che sembra scolpito da un artista greco e un sorriso che mi lascia senza fiato.

"Mi dispiace molto, non ho guardato dove mettevo i piedi." dice.

"No ... io ... uh ..."

Quando devo scambiare qualche parola con degli estranei offro proprio uno spettacolo pietoso, e se si tratta di uomini piacenti…beh, è ancora peggio. Decido di rimanere zitta e in silenzio raccogliamo tutti i fogli. Faccio per andarmene con un sorriso, quando quello mi trattiene.

"Sono davvero spiacente." ripete.

"Non fa niente." mormoro, senza guardarlo in faccia.

"Mi chiamo Alejandro." si presenta, e mi tende una mano in segno di saluto.

Non posso fare altro che stringerla, anche se sono scossa da tremiti di nervosismo così forti che è impossibile che questo Alejandro non se ne sia accorto. Che figura!

"Come ti chiami? "

"Vera. "

"Vera l'infermiera. "

Involontariamente scoppia in una risatina bonaria. La sua battuta mi conquista e, prima che possa trattenermi, alzo lo sguardo e incrocio di nuovo i suoi occhi azzurri.

"Г€ un piacere fare la tua conoscenza, ma tanto ormai ci vedremo spesso. Sono interno del primo anno, quindi passerГІ la maggior parte del mio tempo in questo ospedale. " mi dice.

"Sì, anch’ io... anch’io passo molto tempo, qui."

"Allora a presto, Vera l'infermiera."

Alejandro mi lascia, ma non prima di avermi rivolto un altro smagliante sorriso, ed io sconvolta mi avvio verso l’ufficio del dottore, cercando di ricordare come si fa a respirare normalmente.

Dopo aver lasciato le carte nell'ufficio di Navas, mi rifugio in bagno. È ancora troppo presto per fare il giro delle stanze dei pazienti, quindi forse potrei leggere qualche altra pagina del mio libro. Tuttavia, le mie colleghe sono ancora lì a ridacchiare come galline di abiti da sposa, fiori e banchetti. Resto fuori della porta delle infermiere, senza decidermi ad entrare, quando sento pronunciare il mio nome tra le chiacchiere.

"Oh, è un po’ strana, secondo me non è una buona idea invitarla alla festa di addio al nubilato. – stava dicendo Sara – Non vorrei che mi rovinasse la festa! "

"Dai, invitala, magari ci farГ  fare qualche risata!"

"Pensate che verrГ  accompagnata da qualcuno, al matrimonio? " chiede Laura, senza rivolgersi a qualcuno in particolare.

"Non credo ... Sta sempre rintanata in ospedale, dubito che abbia degli amici e sicuramente non ha uno straccio di fidanzato! "

"Г€ una tale bamboccia, poverina."

"Sai come si dice: se continui a tenere la testa sui romanzi, ti ritroverai a vestire i santi!" ridacchia Sara.

Mi sento rodere da un incredibile senso di umiliazione mescolato ad una rabbia gigantesca: come osavano parlare così di me?

Senza riflettere, piombo nella stanza e le fisso tutte a testa alta, anche se in realtà non mi sento così coraggiosa da affrontarle. Loro si girano all’unisono verso di me, si sentono scoperte e smettono subito di ridacchiare. Leggo sui loro volti la vergogna per essere state colte in fallo.

"Vera ... Noi ..." prova a giustificarsi Laura.

"No, non preoccuparti – la interrompo – Comunque vi sbagliate. Non solo verrò con qualcuno, al matrimonio, ma se mi volete sarò felice di partecipare anche alla festa di addio al nubilato! "

Loro restano sorprese dalle mie parole e fanno per rispondere quando si accende la luce rossa di chiamata da una delle stanze. Si alzano tutte insieme ed escono a vedere cosa vuole il paziente. Salvate dalla campanella.

Non so come ho potuto mentire con tanta sfacciataggine, ma l'ho fatto, e mentre mi avvio verso le stanze del reparto mi chiedo in cuor mio come farГІ a mantenere la promessa e a non rivelarmi come la brutta bugiarda che sono.




CAPITOLO DUE. Autostoppista per l’Inferno


VIOLETA



Sono in ritardo, merda!

Lucas ed io siamo rimasti fino a tarda notte a guardare un reality in televisione. Succede spesso, facciamo le ore piccole commentando gli outfit che indossano le celebrità, o criticando le performance musicali ai talent show, e ci mettiamo a parlare senza freni ... Alla fine vado a letto sempre dopo mezzanotte, e quando la sveglia suona al mattino ho l’impressione di essermi messa a dormire solo poco prima…

La mia routine di ogni giorno ГЁ sempre la stessa: doccia, colazione e autobus per recarmi al lavoro. Prima di entrare in ufficio prendo immancabilmente un moccaccino nella piccola caffetteria di Alicia, una bella ragazza dai capelli rosa. A volte restiamo a chiacchierare per qualche minuto, perchГ© mi piacciono molto il suo stile e la sua forte personalitГ . Alla fine entro nella palazzina dove si trova il mio ufficio e mi faccio le scale a piedi fino al quinto piano, in modo che il dolce moccaccino non mi rovini la vita. Nell'ufficio che condivido con il resto del team dei creativi dell'azienda, accendo il computer e, se ho tempo, controllo la posta. Oggi perГІ non lo faccio perchГ© ho una riunione con il Consiglio e ... sono giГ  in ritardo di dieci minuti.

Mi sfilo il cappotto e, dopo aver trangugiato in un sorso un buonissimo caffГЁ, mi affretto verso la sala riunioni. Ci sono giГ  tutti i miei compagni di squadra, il mio capo, il project manager e altre due persone che non conosco: una donna sulla quarantina vestita con un'elegante giacca grigia e un bel giovane, alto e bruno, che indossa un blazer casual e un paio di jeans.

"Scusatemi." esclamo, sedendomi al tavolo riunioni.

"Allora, Violeta, questi sono Andrea Guerra e Pablo Sandoval. " taglia corto il mio capo, presentandomi la coppia di sconosciuti.

La donna fa un cenno di saluto con la testa, e la sua chioma bionda raccolta in una perfetta acconciatura non si sposta di un millimetro; il ragazzo invece non saluta, ma si limita a guardarmi con una strana espressione sulla faccia. Distolgo lo sguardo, sentendomi confusa e a disagio, ma la cosa non mi piace.

"Sono i portavoce della Nox."

La Nox ГЁ un'azienda di elettronica con cui il mio capo ГЁ interessato a fare affari. Gli elettrodomestici che tratta la Compagnia sono esclusivi, di altissima qualitГ  e in produzione limitata.

"Ho letto i rapporti sulla vostra nuova smart TV - esclamo - Ovviamente si tratta di un progetto molto interessante. Mi piacerebbe occuparmi io della vostra campagna pubblicitaria. "

"Questo ГЁ il motivo per cui siamo qui." dice la donna, Andrea.

"Abbiamo avuto molte proposte, – interviene Pablo, il ragazzo – dovrete offrirci qualcosa di davvero innovativo per convincerci. "

Wow, ГЁ molto aggressivo!

"Violeta e l’intera equipe sono i migliori, ve lo assicuro." esclama il mio capo, con fermezza.

"Vedremo... "

Non so quale mosca abbia morso quest’ idiota, ma non mi piace il suo tono. So che guadagneremmo molto dalla campagna Nox, ma mi irrita quando i potenziali clienti si mostrano così odiosi ed esigenti.

"Pensavo ad un brainstorming, io ... " comincio a dire.

"Niente del genere - mi interrompe quello strano ragazzo - Voglio proposte serie, avete tre settimane di tempo. Se nessuna delle vostre proposte ci convince saremo costretti a rivolgerci ad altri. "

"Ma dovrete fornirci delle linee guida!" riprendo, cominciando a innervosirmi.

"Si tratta di una smart tv, se avete letto tutte le informazioni a riguardo che vi abbiamo consegnato, credo sia già abbastanza – esclama lui, sempre più odioso – Non pretenderete mica che facciamo noi il vostro lavoro! Buttate giù delle idee, sottoponeteci foto, illustrazioni, relazioni scritte e tutto ciò che vi viene in mente e ne riparleremo. "

"Vedo che non hai idea di come funzioni la cosa." sibilo, acidamente.

"Violeta!" Il capo mi urla in testa, ma è troppo tardi. Mi sento molto offesa, nessuno ha il diritto di trattarmi così.

"Ma tu che mansioni hai qui, di grazia? " mi chiede, sarcastico, il giovane sconosciuto.

"Sono il direttore delle vendite."

"Bene, allora concentrati sui numeri. – mi rintuzza, e ormai l’aria si può tagliare col coltello – A me interessa discutere di questi aspetti con il responsabile del marketing".

Gli occhi scuri del mio interlocutore scintillano gelidi.

"Dovrai accontentarti di me, e se non ti vado bene, problemi tuoi... Vuol dire che ci cercheremo un altro cliente..."

"Ma che dici, Violeta!" Il mio capo questa volta mi zittisce. Il suo sguardo non ammette repliche. "Me ne occupo io, grazie. "

A malincuore sto zitta. Sono furiosa, ma ho capito che, per qualche strana ragione, a quell'idiota di Pablo Sandoval non vado a genio, e la cosa è reciproca. Se vogliamo accaparrarci l’affare mi devo fare da parte.

Il mio capo, con la sua solita diplomazia, riesce a rasserenare gli animi e alla fine la donna in tailleur e il ragazzo a cui sto sulle palle se ne vanno, in attesa delle nostre proposte. Ma sono assolutamente convinta che, se quel Pablo Sandoval ha voce in capitolo, le bocceranno tutte.

Irritata e frustrata, torno nel mio ufficio. Blanca, Carol e HГ©ctor, gli altri membri del mio gruppo, fanno il loro ingresso pochi minuti dopo. Per gentilezza, si sono trattenuti in sala riunioni per salutare e ringraziare i portavoce della Nox.

"Ma che ti ha preso, Violeta? - mi chiede Carol, la mia collega più giovane. Ha solo ventidue anni, ma è un prodigio del graphic design – Conoscevi già quel tizio? "

"No, per niente – rispondo, ancora su di giri – e non capisco perché mi abbia trattata a quel modo. "

"Beh, per come ti guardava, ero convinto che avessi investito il suo cane! " aggiunge Hector, il community manager dell'azienda e grande risorsa per il team.

"In ogni caso dobbiamo metterci al lavoro ragazzi! – li freno, perché mi secca parlare di questa cosa - Abbiamo solo tre settimane di tempo. "

Tornando alla mia idea originaria, noi quattro ci diamo giù in un bel brainstorming. Ho lavorato con vari gruppi e in modalità diverse, ma l'esperienza mi ha dimostrato che questa tecnica è la migliore. È così che si ottiene di più da una squadra come la mia, anche se quello stupido di Pablo Sandoval non vuole capirlo.

Alla fine, dopo un paio d'ore trascorse a spremere le nostre menti cercando di tirarci fuori fino all'ultimo briciolo di creativitГ , siamo riusciti ad approntare tre progetti. Il primo si concentra sullo stile moderno della televisione, l'alta tecnologia e l'affidabilitГ  del marchio; il secondo sull'ampia gamma di proposte per il tempo libero e l'intrattenimento che una smart TV puГІ offrire. Il terzo, invece, punta sulla definizione dell'immagine, la qualitГ  del suono e la comoditГ  di un grande schermo.

Tre settimane, ГЁ il tempo che abbiamo per sviluppare le nostre idee, e la veritГ  ГЁ che vado in ansia quando veniamo messi sotto pressione. Ancor di piГ№ quando, poco dopo, il capo fa la sua comparsa in ufficio. Il suo volto ГЁ teso e la sua fronte ГЁ imperlata di sudore.

"Ragazzi, come va?"

"Abbiamo delle idee." rispondo.

"Non preoccuparti, capo, tireremo fuori qualcosa di buono." aggiunge Hector, sempre così ottimista.

Poi il capo si rivolge a me e mi dice di raggiungerlo in corridoio.

"PerchГ© ti sei comportata a quel modo, stamane?" mi chiede, quando siamo soli.

Il mio capo non ГЁ una di quelle persone altezzose a cui i dipendenti hanno terrore di esporre i propri dubbi e lagnanze. Г€ un uomo gentile, aperto e premuroso che si ГЁ guadagnato il rispetto dei suoi dipendenti con le buone maniere e il know-how. Mi ГЁ sempre piaciuto lavorare con lui, e questo ГЁ uno dei motivi per cui amo recarmi in ufficio. Lo adoro e amo anche i miei colleghi.

"Non lo so proprio, Lorenzo." rispondo, con assoluta sinceritГ .

"La prossima volta controllati, Violeta." E, per la prima volta in cinque anni da che lavoriamo insieme, il suo tono mi suona severo e autoritario. "Abbiamo rischiato di perdere un sacco di soldi".

Pressione, pressione, pressione ...




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